Articoli con tag: Kendo

Sconfitte

“Esistono vittorie inspiegabili, ma non esistono sconfitte inspiegabili.”

[Christina Filippi, Una Nuova Visione]

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Elementi di valutazione

Fudoshin: mente imperturbabile.

Funi: non dualità.

[Sumi sensei racconato da Cipollaro sensei]

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Moebius

Il Kendo è una strada senza porta.
Non si esce mai dalla Via, è shugyo per tutta la vita.

[Hirakawa Sensei, kangeiko 2015 a Modena]

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Mokuso

Shisei o tadashite
Kokyu o tadashite
Kokoro o tadashite

[Postura corretta
Respirazione corretta
Animo corretto]

[Hirakawa Sensei durante il mokuso]

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Il Sensei

  • Vorrei che lei fosse il mio maestro.
  • Maestro o insegnante?
  • Maestro.
  • Bene, prendi la mia spada.
  • Si, sensei!
  • Togliti la vita.
  • Ehm.. cosa?
  • Non posso essere il tuo maestro se non sei disposto a fare quello che ti dico. Sarò il tuo insegnante.

[Conversazione tra Daniele Ballardini ed il suo… insegnante]

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Cosa vuoi?

“Vuoi colpire il bersaglio o imparare il kyudo?”

[domanda del maestro di kyudo di Luigi Rigolio]

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Suki

Non colpire per vincere, ma vinci per colpire.

[Ascoltato ad una lezione di Kanzaki Sensei]

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Kan

Non puoi pescare il pesce che vedi.

[Proverbio giapponese ricordato da Kanzaki Sensei]

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Shugyo

Shugyo viene tradotto abitualmente come “pratica, addestramento”, ma anche come “austerità”.
E’ un invito alla perseveranza. E’ il concetto in base al quale il Kendo deve essere praticato sempre, in ogni situazione e in ogni condizione fisica.
Non ha importanza “essere in forma”, oppure no, stare bene o essere acciaccati, essere giovani o anziani, avere caldo o freddo.
Bisogna praticare in ogni occasione e in ogni condizione e non solo quando si ha voglia, bisogna sempre dare il proprio massimo, senza mai fare calcoli o risparmiarsi.

[Franco Sarra, Kendo. La via della spada. Volume 1]

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Zanshin

Uno dei Tengu chiese: “In molte scuole viene usato il concetto di zanshin. Non riesco a capire. Che cosa significa questo zanshin?”
Egli rispose: “Non significa nient’altro se non che non bisogna più entusiasmarsi per gli eventi e che il cuore è immobile. Se il cuore è immobile, la reazione è chiara. Nelle cose che succedono nella vita quotidiana capita esattamente così. Anche si l’io andasse, come si dice, fino al fondo dell’Inferno, rimarrebbe l’io originario. Si resterebbe senza ostacoli e liberi davanti e dietro, a destra e a sinistra. Si sarebbe lì con il cuore, senza riserve. Ma se nel cuore si hanno delle riserve, allora il pensiero compie percorsi diversi. Ciò significa semplicemente che non c’è chiarezza nel cuore e non si agisce con tutto il cuore; perciò si colpisce e si tirano fendenti alla cieca e a casaccio. La chiarezza invece nasce dall’immobilità del cuore, e solo così i colpi e i fendenti sono mirati e vanno sicuri al bersaglio. E’ difficile esprimere tutto ciò a parole. Ma se queste non si capiscono bene, è molto pericoloso”.

[Shissai Chozan, Tengu-geijutsu-ron]

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